MUSEO DELLO SCARPONE 

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Il museo dello scarpone e della calzatura sportiva fu inaugurato il 4 novembre 1984 nella villa Zuccareda-Binetti e nacque dalla lungimiranza e munificenza di alcuni imprenditori, padri fondatori dei marchi storici del distretto, uniti dal 1984 nell’Associazione Museo dello Scarpone e della Calzatura Sportiva, e dell’amministrazione del Comune di Montebelluna, che ha concesso la villa Zuccareda Binetti allo scopo di celebrare e far vivere nel tempo la storia dell’ingegno e dell’imprenditoria legate alle attività della comunità artigianale e industriale che ha reso Montebelluna famosa nel mondo. Dal 1992 al 2014 fu gestito da Aldo Durante, fondatore dell’associazione che conta tra i suoi soci oltre 60 aziende di grandi, medie e piccole dimensioni, operanti nel distretto calzaturiero montebellunese, le confederazioni di artigiani (Confartigianato e CNA), Unindustria Treviso, la Messe München e la Banca Popolare Asolo e Montebelluna. Il museo organizza incontri, convegni, tavole rotonde, filò. La fondazione è referente del Censis per il Distretto di Montebelluna ed è l’ambasciatore del “Made in Montebelluna” nel mondo; inoltre ogni anno partecipa all’Ispo, la più importante fiera europea dell’articolo sportivo.Il museo conserva oltre 2000 oggetti di carattere storico, legati al mondo del design, della progettazione, dell’innovazione tecnologica e della produzione delle calzature sportive, che rappresentano storicamente il frutto del “know how” distintivo del distretto. L’archivio conserva anche 700 brevetti depositati, una raccolta di cinquant’anni di cataloghi delle principali marche storiche e un discreto numero di calzature e attrezzature originali realmente indossate e usate dai campioni dello sport in occasione delle conquiste dei loro primati, come ad esempio le scarpe di Roberto Baggio. All’interno del museo si possono inoltre ammirare strumenti e macchine per la produzione di scarpe, calzature, fotografie, documenti e riproduzioni funzionali alla ricostruzione della storia dell’attività calzaturiera e locale, dai ciabattini dell’800 alle recenti sperimentazioni industriali che hanno fatto del distretto calzaturiero montebellunese un leader mondiale del settore ed il tutto è disposto in undici sale, divise su due piani.Questo museo rappresenta un raro esempio di Museo Interaziendale finanziato interamente dalle Aziende Associate.

VILLA ZUCCAREDA-BINETTI

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Villa Zuccareda-Binetti è uno degli edifici più densi di storia della città di Montebelluna. Fu costruita a cavallo tra il XVI e il XVII secolo per volontà dell’intellettuale trevigiano Bartolomeo Burchiellati (1548-1632), studioso globale dai molteplici interessi, che la elesse a dimora di campagna della famiglia. In occasione della realizzazione (1832) della nuova strada che da Pieve conduceva a Mercato Vecchio, l’ingegner Giuseppe Legrenzi dovette battagliare non poco con i proprietari dei fondi investiti dal nuovo tracciato. Tra i ricorrenti figuravano anche gli amministratori degli eredi Burchielati. In effetti, di lì a poco la proprietà fu acquistata dall’avvocato Giovanni Ferro che, nel 1838, sottopose l’edificio a una radicale e pesante ristrutturazione ben testimoniata dagli appunti di Scipione Fapanni, un erudito cronista dell’epoca. Al Ferro subentrò di lì a poco la famiglia trevigiana Zuccareda, da tempo ricca di inquieti spiriti rivoluzionari e riformisti. Per Montebelluna riveste, come è noto, grande importanza la figura del conte Domenico, patriota risorgimentale, amico di Cavour, esiliato a Milano, fu nominato presidente del Comitato degli emigranti e spese gran parte della sua sostanza per la patria. Coprì con onore cariche pubbliche: per molti anni fu assessore municipale di Treviso, membro del Consiglio d’amministrazione della Casa di Ricovero e della Banca Trevigiana e fu il primo presidente della nostra Congregazione di Carità
 Divenne sindaco di Montebelluna dal 1870 al 1873, gli anni cruciali dello spostamento del mercato dal colle al piano, decisione già presa l’anno precedente dalla giunta Cornuda ma di cui Zuccareda ne appoggiò la decisione, sfidando ire di nemici che da quell’idea vedevano lesi i loro interessi: si procurò una vera corrente di impopolarità, tanto che gli incendiarono il palazzo e gli attentarono la vita ma Zuccareda, uomo a cui non mancavano né grinta né coraggio, ne divenne l’inesorabile esecutore, affiancato dal giovane Giobatta Dall’Armi. I montebellunesi in seguito, riconoscenti dell’opera meritoria, murarono una lapide in suo onore. Solo un foresto come lo Zuccareda, probabilmente, avrebbe potuto sfidare relazioni, interessi e amicizie consolidate e procedere spedito verso l’ingresso di Montebelluna nella modernità. E, solo alla presunzione di un foresto, va aggiunto, poteva venire in mente di esaltare la sua residenza, collocata nel colle, chiedendo di mettere perfettamente a fuoco visivo la villa con l’asse orientale del sistema urbano (via Roma). In seguito all’estinzione del ramo maschile degli Zuccareda, la villa divenne della famiglia Binetti. Occupata da numerosi reparti di comando dell’esercito, sede del comando locale delle forze italiane durante la Grande Guerra, magazzino per gli armamenti durante l’occupazione nazista, nel dopoguerra sino agli anni ottanta la struttura divenne poi un convitto per sordomuti e le sue stanze furono affittate a privati, nel 1982 infine, fu acquistata dal Comune di Montebelluna.