BIOGRAFIA GIORGIONE  

 

Giorgione, pseudonimo di Giorgio da Castelfranco,nasce a Castelfranco Veneto tra il 1477 e il 1478 e muore a Venezia nel 1510.

La sua è una delle figure più enigmatiche della storia dell’arte: le uniche notizie certe ,circa la sua vita, arrivano dal Vasari il quale riconosce il Giorgione come allievo di Giovanni Bellini a Venezia . 

Ignoto è, invece, il nome del suo primo maestro ma con tutta probabilità possiamo supporre sia stato un pittore della sua città natale o di Treviso; alla prima formazione si aggiungono poi i pittori ai quali si avvicina nella capitale.

Ivi, appunto, si appoggia alla bottega di Vincenzo Catena, dal quale assimila la tecnica del Bellini; quella di Leonardo Da Vinci, invece, la apprende da un gruppo di pittori lombardi presenti in laguna; ha inoltre occasione di incontrare la pittura di Hieronymus Bosch e quella di Albrecht Dürer. 

Risulta incognito il suo corpus di lavoro, non essendoci giunta nessuna opera autografa. Fra le opere di sicura attribuzione vi è la Madonna di Castelfranco, dipinta intorno al 1505, la Tela dei Tre Filosofi nonché la sua opera più famosa che meglio indica la strada del tonalismo veneto: la Tempesta. 

L’artista, completamente escluso da incarichi ecclesiastici, si dedica alla pittura per privati e quindi alla realizzazione di quadri dai soggetti profani e, pertanto, di difficile lettura interpretativa.

Tuttavia ottiene due commissioni pubbliche : un telero per la Sala dell’Udienza in Palazzo Ducale databile tra il 1507 e il 1508 e gli affreschi realizzati sulla facciata del Fondaco dei Tedeschi realizzati nel 1508 dei quali oggi sopravvive, nelle gallerie dell’Accademia, un frammento di nudo femminile.

Con Giorgione le premesse stilistiche affermate da Bellini giungono a piena maturazione : l’artista, infatti, riesce a superare gli influssi gotici del maestro come la minuziosa attenzione ai dettagli attraverso la costruzione dell’immagine pittorica con un potente risalto plastico, tipico dei grandi maestri fiorentini rinascimentali nonché di Antonello da Messina e Piero della Francesca.