BIOGRAFIA IL PORDENONE
Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, principalmente attivo tra la Lombardia, il Veneto e il Friuli, nasce a Pordenone nel 1484 .
Allievo di Pellegrino di San Daniele, rivaleggiò addirittura con Tiziano per eleganza e potenza del colore, autore di affreschi spettacolari ospitati nelle più maestose ed importanti chiese dell’Italia Settentrionale.
Si forma dopo il contatto con la maniera romana di Raffaello e Michelangelo ma anche sotto l’influsso di Giorgione e di Mantegna dal quale apprende un certo virtuosismo di narrazione e di prospettiva.
La sua arte si afferma nel 1508 con uno straordinario ciclo di affreschi per la chiesa di San Lorenzo a Vacile nel quale si rivela l’equilibrio e la potenza artistica delle figure degli Apostoli, Santi e Dottori della chiesa. Dopo un breve soggiorno a Roma realizza, nel 1514, delle sontuose decorazioni per l’abside della chiesa di Sant’Ulderico a Villanova: le espressioni dei soggetti, infatti, sono cariche di pathos mentre le scene corali hanno un’espressione monumentale del tutto inconsueta.
Dopo aver integrato le novità delle pittura romana, il Pordenone basa la sua arte su un connubio tra lo stile narrativo, tipicamente romano, e la sua vena schiettamente popolare nelle anatomie dei corpi e nel sapiente uso del colore, specializzandosi, così, nelle grandi scenografie.Tale connubio e la propensione ai grandi soggetti lo portano a specializzarsi nell’affrescatura, tecnica che gli garantisce un discreto successo nella provincia veneta e lombarda, dove si occupa della decorazione del duomo di Treviso, con l’Adorazione dei Magi, tra il 1519 e il 1524.
Tuttavia la carriera del Pordenone soffrì molto la sua sintesi stilistica tanto che l’artista non riuscì a farsi apprezzare dai più importanti centri culturali e artistici. Nel 1528, infatti, perde la gara per la Pala per San Pietro Martire che vede, invece, l’ascesa del giovane pittore veneziano Tiziano Vecellio.
Nel 1532 viene incaricato dai Doria di decorare la facciata di Palazzo Fasolo, nella storica Genova: il maestro realizza un maestoso ciclo di affreschi dedicato alle Storie di Giasone, andato perduto in epoca Barocca. Tuttavia la Pala di Santo Stefano Giustiniani e Santi si è conservata perfettamente. Essa mostra le tipiche figure allungate dello stile del Pordenone e presenta una narrazione discorsiva molto vivace creata tramite l’uso dei colori.
In seguito alla realizzazione di alcuni affreschi per il Duomo di Cividale e una splendida Gigantomachia per la facciata di Palazzo Tinghi a Udine, l’artista scompare dalla scena artistica trovando la morte nel 1539.