BIOGRAFIA LORENZO LOTTO
Nasce a Venezia nel 1480 e opera soprattutto in Lombardia, nelle Marche e a Roma . Egli appare sulla scena artistica all’inizio del 1500 a Treviso in prossimità della corte del vescovo Bernardo de’ Rossi che lo porta ad una rapida crescita artistica preparandolo alla tematiche e alle tecniche che diventeranno il carattere peculiare del suo corpus di lavoro come il ritratto, la pala d’altare, le allegorie e le immagini di devozione. La prima opera autografa, datata 1503, intitolata la Madonna col Bambino, San Pietro e San Giovannino risulta essere proprio un’opera commissionata dallo stesso vescovo Bernardo. Essa rivela l’educazione ancora precoce dell’artista, educazione formata con grande probabilità nella scuola di Giovanni Bellini con influsso di artisti come Vivarini, Antonello da Messina e Barbari il quale lo apre verso un linguaggio ricco di pitture, stampe e presenze. Nella città di Treviso Lorenzo rimane circa sei anni e ad essa lascia grandi opere come Sogno di una Fanciulla, San Gerolamo, i ritratti del Vescovo De’ Rossi e della Donna di Digione, del Giovane di Vienna e la Pala di Santa Cristina In seguito, nel 1506 si trasferisce nelle Marche, essendogli stato commissionato un Polittico per la chiesa di San Domenico a Recanati mentre nel 1508 si muove a Roma per decorare i nuovi appartamenti papali in Vaticano. La prima commissione, però, non risulta soddisfare Papa Giulio II così l’artista fa ritorno a Recanati e nello stesso anno realizza la pala della “ Trasfigurazione “ e l’affresco di “ San Vincenzo Ferreri in Gloria “ destinati ad avere locazione nella chiesa di San Domenico mentre per la chiesa di San Floriano a Jesi crea una “Deposizione”. Negli anni di attività nella capitale, il Lotto affronta una crisi artistica, dovuta all’influenza della pittura di Raffaello, che risolve in un disorientamento provvisorio.
Nel 1513 gli viene affidata la realizzazione di una grande pala per la chiesa di Santo Stefano in Bergamo, attuale chiesa di San Bartolomeo, alla quale seguono le meravigliose pale di San Bernardino e di Santo Spirito .
Il confronto con la realtà lombarda aiuta Lotto a definire un linguaggio che combina alcune peculiarità leonardesche e nordiche che mostrano un paesaggio ordinato naturalmente e in maniera realistica. Risulta attivo anche a Trescore, vicino Bergamo, dove dipinge nell’oratorio dei Suardi le storie di Sante Barbara, Chiara e Maria Maddalena caratterizzate da forte luminosità e avvolte da una drammaticità capace di far assumere ai dipinti toni fiabeschi.
Nel 1526 Lotto fa ritorno a Venezia e proprio in questo periodo raggiunge la piena maturità artistica. Egli, infatti, si allontana dallo spirito razionale del Romanticismo interpretando i suoi soggetti con una carica di sentimenti ed emozioni molto lontani dalla morale artistica del periodo. Gli ultimi anni della vita dell’artista sono caratterizzati da una declino economico notevole che lo porta a vendere le sue gioie come qualche sua opera. La morte sopraggiunge tra il 1556 e il 1557.