BIOGRAFIA TOMASO DA MODENA
Tomaso Barisini da Modena, in arte Tomaso da Modena, nato a Modena tra il 1325 e il 1326 è un pittore attivo in Italia settentrionale tra il 1350 e il 1375 in particolare a Modena e Bologna.
Si suppone che la sua tecnica artistica sia stata concepita sotto l’influenza di Vitale da Bologna, di Simone Martini come degli artisti che avevano lavorato per i dipinti di San Petronio a Bologna.
Poche notizie si hanno circa la sua attività artistica precedente al 1352 : vi sono opere nei musei emiliani, in particolare un arredo di altare a Bologna e un affresco a Modena ricollocato poi nella chiesa di Sant’Agostino.
Nell’anno 1352 ha incarico, dai Domenicani, di rappresentare la storia e la gloria del loro ordine nella sala capitolare del convento di San Niccolò. Con questa galleria di ritratti il pittore documenta i membri più illustri : da Domenico di Guzman a Tommaso d’Aquino.
Questa è un’opera fondamentale e un punto di svolta non solo per lo stile dell’autore ma per l’intera area veneta-padana, immediatamente coinvolta nell’efficacia visiva dei ritratti che celano un’attenta analisi psicologica di ciascun personaggio. Nella chiesa, inoltre, Tomaso affresca un San Girolamo nel suo studio e un trittico con San Romualdo,Sant’Agnese e il Battista.
Poco più tardi, tra il 1356 e il 1357, realizza le Storie di Sant’Orsola nella omonima cappella absidale della distrutta chiesa di Santa Margherita. Il carattere del racconto, insieme alla scelta di un tema leggendario carico di significato per la civiltà cortese,s pinge a pensare ad una committenza da parte dei Cavalieri Gaudenti, ordine religioso-militare di marca aristocratica la cui forza è molto presente a Treviso in questa seconda metà del 14° secolo. Altre opere a lui attribuite, nella città trevigiana sono: “Madonna e Santi “ nella chiesa di San Francesco, due riquadri situati su una colonna della Chiesa di San Niccolò e “Madonna con il Bambino “ nella chiesa di Santa Lucia.
Nel 1358 viene documentata la sua presenza a Modena : è attribuito a lui il ciclo di affreschi della cappella Gonzaga nella chiesa di San Francesco a Mantova .
In queste storie, affilate e tumultuose, si esalta il carattere artistico di Tomaso : un disinteresse totale per la definizione dello spazio contrapposto ad un’adesione plastica ed emotiva alla materia delle cose, per gli spazi che si irradiano dai corpi e per le tensioni che il racconto suscita. Quella di Tomaso è un’arte volta a spiegare la realtà degli eventi lontano da convenzioni iconografiche.