I dipinti corrono lungo le pareti e le volte del salone centrale in un gioco di illusioni ottiche e prospettive.Questi hanno un’intelaiatura architettonica di impianto classicheggiante: colonne corinzie scanalate,statue e timpani si alternano con logge aperte verso la campagna veneta esprimendo il concetto rinascimentale di interazione tra uomo e natura. Nella stanza dell’Olimpo, in alto, si trova la divina Sapienza che schiaccia il dragone del Peccato attorniato da i sette pianeti,ognuno con il proprio simbolo astrologico, e dai quattro elementi: Giunone-Aria, Cibele-Terra, Vulcano-Fuoco, Nettuno-Acqua. Scendendo lungo le pareti troviamo due lunette, su due lati affrontati, che ospitano le quattro stagioni mentre sugli altri troviamo Giustiniana Giustiniani,la moglie di Marcantonio Barbaro con la nutrice e i tre figli più una scimmia, cane e pappagallo.

Sono affrescate,inoltre,le stanze della Fede, della Fortezza, di Bacco e di Venere.Sulle pareti della stanza della Crociera,il Veronese riproduce otto suonatrici fra le architetture di Benedetto. I paesaggi, presenti in diverse stanze e corridoi,sono tutti di fantasia e per meglio dire mnemonici poiché attingono al repertorio che si costruiva nel tempo.

Sono presenti anche i Trompe-l’oeil : aste,bandiere,alabarda,una bimba che sbuca dalla porta,il cacciatore che entra dal fondo del corridoio (l’artista),la donna col ventaglio che sbuca dal corridoio opposto.Un catalogo che farebbe pensare ad una saccente confusione accademica,esattamente il contrario della sensazione che dà a Maser: una vita piena ed armoniosa, in cui tutto si raccorda.