Dalla Signoria alla Dominazione Veneziana
- Dopo un breve periodo in cui Treviso fu in preda a nuove lotte come quella tra guelfi e ghibellini,finalmente intorno al 1389 ebbe un grande periodo di rinascita e benessere sotto Venezia che nel 1509 trasformò la città in una fortezza per proteggersi dalla minaccia degli eserciti europei e la dotò quindi delle sue celebri mura.Furono demolite le fortificazioni medioevali,i borghi e tutti gli altri edifici che si trovavano all’esterno o nelle immediate vicinanze della cinta muraria come la chiesa di S.Maria Maggiore. Si cominciò lo sventramento del santuario partendo dall’abside,ma quando si giunse all’altezza della Madonna col Bambino,affresco di Tommaso da Modena citato prima, il popolo insorse e impose l’interruzione dei lavori di demolizione. La porzione di chiesa compresa tra questo dipinto e la facciata venne salvata.Le nuove fortificazioni furono costruite a terrapieno, rivestito all’esterno da una spessa muraglia in laterizio, più economico e facile da usare rispetto alla pietra, ma anche più elastico per meglio resistere all’artiglieria. Le mura di Treviso sono decorate a due terzi dell’altezza da un cordolo in pietra d’Istria in alcuni tratti ancora oggi conservatosi. In prossimità dei principali bastioni sono tuttora visibili, incastonati nel paramento di mattoni, eleganti bassorilievi raffiguranti il leone di S.Marco,famoso simbolo di Venezia.Sotto l’ingegnere e idraulico Frà Giocondo,furono eretti imponenti bastioni e opere idrauliche: fu deviato il corso del Botteniga in modo da creare un profondo fossato attorno alla cinta muraria. I borghi furono ristrutturati e le porte diventarono tre:Porta S.Tommaso,S.Quaranta e Altinia. Quest’ultima venne edificata tra il 1514 e il 1515,la sua struttura ricorda i caratteri della torre di difesa mentre le altre due rispettivamente chiamate all’epoca “Vendramina” la prima e “Porta Nana” la seconda sono veri e propri archi trionfali romani. Fino al XX secolo il collegamento tra il centro urbano e la periferia era assicurato ancora dalle tre uniche porte. Solamente più tardi venne abbattuto un ampio tratto a sud-ovest e vennero aperti numerosi varchi come quello di Frà Giocondo e di Filippini. Treviso fu fedele alla Serenissima fino a quando cadde per mano napoleonica nel 1797. Un anno dopo con il trattato di Campoformio,la città passava sotto il dominio austriaco e successivamente al Regno Italico. Sotto quest’ultimo vi furono la spoliazione delle opere d’arte delle varie chiese e conventi,l’avvio dei lavori pubblici come la spianata da Porta S.Tommaso. Nacque il primo giornale trevigiano e nel 1813 ci fu la ripresa di Treviso da parte degli austriaci e venne costituita la provincia di Treviso che ricalcava, più o meno, i confini dell’antico Comune medievale.Il 23 marzo del 1848,il podestà Giuseppe Olivi annunciò la fine del dominio austriaco nella città e nella provincia trevigiana e il giorno seguente le truppe Imperiali se ne andarono da Treviso. Dei “Crociati” partirono il 2 Aprile con l’aiuto padovano e vicentino per sconfiggere l’esercito austriaco,ma il giorno 8 vennero massacrati a Montebello Vicentino. Più tardi alcuni volontari trevigiani si arruolarono alla difesa di Venezia e furono tra i protagonisti dell’attacco al Cavallino e della Sortita di Mestre. Quest’ultima è un episodio avvenuto a Mestre nell’Ottobre del 1848. Duranti gli scontri gli abitanti di Mestre, riuscirono a scacciare le truppe austriache e prendere il controllo della Fortezza di Marghera. Nel giugno del 1849, l’esercito austriaco dopo aver riportato diverse vittorie sul fronte occidentale contro il Regno di Sardegna, decide di ristabilire l’ordine a Venezia, cancellando definitivamente la Repubblica di San Marco.Le truppe asburgiche raggiungono Mestre e si apprestano all’assedio di Forte Marghera dove all’interno sono asserragliati 2.500 patrioti, volontari provenienti da diverse parti d’Italia. Dopo diversi mesi dall’inizio dell’assedio, all’alba del 27 ottobre le forze veneziane all’incirca 2.000 uomini alla guida del tenente Antonio Olivi escono dal forte per prendere di sorpresa l’esercito austriaco a punta San Giuliano, costringendo le truppe asburgiche a indietreggiare verso Treviso.L’azione compiuta dai patrioti riuscì a liberare temporaneamente la città di Mestre, ma le reazione degli austriaci fu quella di stringere nuovamente d’assedio il forte con un’armata di circa 30.000 uomini e 200 cannoni al comando del generale Haynau. Il forte venne sottoposto a pesanti bombardamenti da parte dell’artiglieria asburgica fino al 27 Maggio quando le truppe asserragliate ormai stremate e prive di rifornimenti furono costrette ad abbandonare le posizione ritirandosi verso Venezia.
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