Definita meritatamente la più grande attrice teatrale di tutti i tempi, Eleonora Duse è stata un “mito” del teatro italiano: a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Nata il 3 ottobre 1858 in una stanza d’albergo di Vigevano (Pavia) dove la madre, attrice girovaga, sostò per partorire, Eleonora Duse non frequenta una scuola, ma a quattro anni è già sul palcoscenico: per farla piangere, come richiede la parte, qualcuno dietro le quinte la picchia sulle gambe. A dodici anni sostituisce la madre ammalata nei ruoli di protagonista della “Francesca da Rimini” di Pellico, e della “Pia dé Tolomei” di Marenco. Si spegne a causa di una polmonite nel corso di una lunghissima tournée negli Stati Uniti, all’età di sessantacinque anni, il 21 aprile 1924 a Pittsburgh. Come da lei richiesto, la sua sepoltura si trova nel cimitero di Sant’Anna ad Asolo, cittadina ove aveva una casa nella quale dimorava spesso. Lasciò scritto di volere essere seppellita rivolta verso il Monte Grappa, per amore dell’Italia e dei soldati che aveva assistito durante la Prima Guerra Mondiale. Il Museo civico di Asolo conserva ed espone ritratti e lettere autografe dell’attrice, oggetti, libri e arredi personali, oggetti, abiti e calzature di scena, che nel 1933 la figlia Enrichetta Angelica Marchetti Bullogh donò allo Stato italiano, vincolandoli a quella cittadina. Molte altre lettere scritte e ricevute, libri, copioni – alcuni autografi dell’attrice o dell’autore del testo -, abiti, mobilio e molti oggetti personali furono donati nel 1968 dalla nipote e ultima erede Eleonora Ilaria Bullough, religiosa domenicana inglese con il nome di sister Mary of St. Mark, alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, presso la quale costituiscono l’Archivio Duse e lo spazio espositivo Stanza di Eleonora Duse, la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte dell’attrice.Testo