BIOGRAFIA IL VERONESE
Paolo Caliari, nasce a Verona,da qui il suo nome d’arte il Veronese,nel 1528.
Trascorre quasi tutta la sua vita a Venezia e nei territori limitrofi ai possedimenti della Serenissima, nei quali svolge la sua attività pittorica .
La formazione dell’artista avviene nella città natale e si compie nella bottega di Badile sotto la guida di maestri come Zelotti, Fasolo, Farinati e il Bruciasorci ed è orientata verso le novità cromatiche che Venezia propaga.
Già famoso per la decorazione di alcune ville, un esempio è villa Soranzo a Treville, andata distrutta, in cui rappresenta finte architetture, stucchi e figure mitologiche ricche di virtuosi scorci prospettici, nel 1553 giunge a lavorare presso Palazzo Ducale a Venezia.
Ivi ha l’incarico, insieme allo Zelotti, di dipingere tele a soggetto allegorico per le tre sale del palazzo. Realizza i soffitti delle sale del Consiglio dei Dieci e dei Tre Capi del Consiglio nel Palazzo Ducale, attraverso cui rende esplicita la sua arte limpida e serena. Questi rappresentano Giunone che versa i suoi tesori su Venezia e la Gioventù e la Vecchiaia ecc, opere nelle quali lo stile dell’artista appare perfettamente definito: una pittura abbondantemente decorativa in un meraviglioso senso degli accordi cromatici, cui si aggiunge un senso grandioso dei valori spaziali. Altri elementi si inseriscono nella sua arte: le eleganze manieristiche del Parmigianino e la grandiosa conoscenza della figura umana di Giulio Romano, caratteri appartenenti alla pittura emiliana, bresciana e quelli degli ambienti romani e mantovani. Nel 1555 si stabilisce a Venezia per lavorare alla decorazione della chiesa di San Sebastiano e qui rimarrà fino al 1570 a causa delle varie riprese del soffitto della chiesa e per l’intera decorazione del tempio. Inoltre, nell’intermezzo tra il 1557 e il 1566 esegue numerosi cicli di affreschi: ne ritroviamo alcuni frammenti nella basilica palladiana di villa Barbaro Maser con pitture che coprono le pareti costituendo così uno dei più estesi e straordinari cicli pittorici dell’artista. Il Veronese, infatti, concepisce una decorazione in grado di creare nuovi spazi architettonici dilatando, così, lo spazio che risulterà molto più luminoso e cancellerà i limiti fisici delle pareti.
Verso il 1560 gli vengono commissionati numerosi affreschi dai temi religiosi o profani mentre, in seguito, dipingerà per la chiesa di San Zinopolo un’opera spettacolare: l’Ultima cena, poi rinominata Cena a casa di Levi in quanto si riteneva che alcune figure sminuissero il significato mistico dell’episodio sacro.
Gli anni a seguire sono protagonisti del grande successo del Veronese dovuto alla creazione di opere come : Il martirio di Santa Giustina collocato nella chiesa della santa a Padova, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, in concomitanza con le scene aventi per soggetto Venezia che accoglie la Giustina e la Pace realizzato nel soffitto di Palazzo Ducale.
Tra le ultime opere dell’artista si aggiunge una serie di dipinti realizzati per la chiesa di San Niccolò dei Frari, sempre a Venezia, che trovano collocazioni del tutto diverse dopo la distruzione della stessa; ci è giunto, inoltre, il grande ovale con Il Trionfo di Venezia situato nella sala del Maggior consiglio in Palazzo Ducale, il Cristo morto di San Pietroburgo e il Miracolo di San Pantaleone situato nell’omonima chiesa veneziana.
Il Veronese muore il 9 Aprile 1588.
Nella storia dell’arte questa artista è stato un innovatore formidabile : ha rialzato il tono della città attraverso la sua pittura che si distingue per ciò che egli stesso definisce colore timbrico. Questo cromatismo mette in evidenza la luce chiara del colore tralasciando il tono d’insieme per esaltare i timbri; inoltre mostra come il pittore abbia fondato la propria arte sulla base del tono dei colori e sulle differenze di tinte. La pittura del Veronese spicca per il suo marcato senso decorativo: nel rapporto tra la pittura e il complesso architettonico, egli decide di realizzare grandi effetti luministici tonali e chiaroscurali attraverso la colorazione piena di luce ed armonia, talvolta non fedele alla realtà.