VILLA WASSERMANN
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Non si conoscono né il nome dell’architetto, né gli anni precisi dell’edificazione di villa Wassermann, come di altre ville del Trevigiano del XVII – XVIII sec. I documenti e la cartografia d’archivio consentono tuttavia di ricostruirne, almeno in parte, la storia a partire dalla seconda metà del XVII secolo. A questo periodo rimandano anche le linee costruttive del corpo padronale, che si caratterizza per la simmetria delle facciate principali, in particolare delle finestre, architravate nel piano nobile, e delle monofore centrali, sormontate da un timpano triangolare e abbellite da un pregevole parapetto in ferro battuto. La restante parte dell’edificio, allungata verso Est, venne costruita in tempi successivi, per lo più nel XIX secolo ed ebbe una funzione di supporto dell’attività agricola svolta dai proprietari succedutisi sino agli anni ’50 del secolo scorso.Nei sec. XVII e XVIII i Meneghetti, divenuti proprietari di un patrimonio ingente di campi e “case de’ villici” a Giavera, Bavaria e Nervesa, si avvalsero del complesso edilizio della villa come centro propulsore di un’azienda agricola vera e propria .La mappa del catasto napoleonico (1808) registra l’aggiunta di due annessi rustici staccati dal fabbricato, uno dei quali coincidente in parte con quello attuale, mentre l’altro, posto ad est, non esiste più. Il documento attesta inoltre l’allargamento della proprietà a Nord della villa, sino allo “stradon del bosco” e ad Est, sulla destra e sulla sinistra del torrente Giavera, sino ai confini odierni. Nella cartografia suddetta è rappresentata anche la chiesetta della villa, che era stata costruita nel 1716 dai frati Certosini ed acquistata nel 1750 dalla famiglia Meneghetti. Nel 1836, in occasione di un’epidemia di colera, l’oratorio venne intitolato alla Madonna della salute.Dopo la II guerra mondiale, la villa perse gradualmente la sua funzione di supporto all’attività agricola-produttiva, venendo utilizzata come casa di villeggiatura dai proprietari di turno. Sin dal 1942 la proprietà era passata alla figlia di Elsa Vianello-Chiodo, Letizia, che andò in sposa ad un Wassermann di Milano, titolare di una ben avviata azienda farmaceutica. Dal cognome dello sposo e dal nome della sposa la villa assunse la duplice denominazione di Villa Letizia e Villa Wassermann. La Villa, la casa colonica, l’annesso rustico, l’oratorio e il terreno circostante furono acquistati dal Comune di Giavera nel 2006 con un investimento di 1.800.000 €. Nel 2011 – 12 è stato restaurato l’oratorio, soprattutto nella parte interna, ben curata nelle decorazioni dal dr. Pierluigi Sanzovo di Giavera.Contemporaneamente, l’Amministrazione comunale di Giavera ha attuato un importantissimo intervento di risanamento e di recupero funzionale tanto della villa, quanto della barchessa e della casa del custode, rendendo questi spazi fruibili per attività culturali, sociali e ricreative. Pietro Zanatta
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Non si conoscono né il nome dell’architetto, né gli anni precisi dell’edificazione di villa Wassermann, come di altre ville del Trevigiano del XVII – XVIII sec. I documenti e la cartografia d’archivio consentono tuttavia di ricostruirne, almeno in parte, la storia a partire dalla seconda metà del XVII secolo. A questo periodo rimandano anche le linee costruttive del corpo padronale, che si caratterizza per la simmetria delle facciate principali, in particolare delle finestre, architravate nel piano nobile, e delle monofore centrali, sormontate da un timpano triangolare e abbellite da un pregevole parapetto in ferro battuto. La restante parte dell’edificio, allungata verso Est, venne costruita in tempi successivi, per lo più nel XIX secolo ed ebbe una funzione di supporto dell’attività agricola svolta dai proprietari succedutisi sino agli anni ’50 del secolo scorso.Nei sec. XVII e XVIII i Meneghetti, divenuti proprietari di un patrimonio ingente di campi e “case de’ villici” a Giavera, Bavaria e Nervesa, si avvalsero del complesso edilizio della villa come centro propulsore di un’azienda agricola vera e propria .La mappa del catasto napoleonico (1808) registra l’aggiunta di due annessi rustici staccati dal fabbricato, uno dei quali coincidente in parte con quello attuale, mentre l’altro, posto ad est, non esiste più. Il documento attesta inoltre l’allargamento della proprietà a Nord della villa, sino allo “stradon del bosco” e ad Est, sulla destra e sulla sinistra del torrente Giavera, sino ai confini odierni. Nella cartografia suddetta è rappresentata anche la chiesetta della villa, che era stata costruita nel 1716 dai frati Certosini ed acquistata nel 1750 dalla famiglia Meneghetti. Nel 1836, in occasione di un’epidemia di colera, l’oratorio venne intitolato alla Madonna della salute.Dopo la II guerra mondiale, la villa perse gradualmente la sua funzione di supporto all’attività agricola-produttiva, venendo utilizzata come casa di villeggiatura dai proprietari di turno. Sin dal 1942 la proprietà era passata alla figlia di Elsa Vianello-Chiodo, Letizia, che andò in sposa ad un Wassermann di Milano, titolare di una ben avviata azienda farmaceutica. Dal cognome dello sposo e dal nome della sposa la villa assunse la duplice denominazione di Villa Letizia e Villa Wassermann. La Villa, la casa colonica, l’annesso rustico, l’oratorio e il terreno circostante furono acquistati dal Comune di Giavera nel 2006 con un investimento di 1.800.000 €. Nel 2011 – 12 è stato restaurato l’oratorio, soprattutto nella parte interna, ben curata nelle decorazioni dal dr. Pierluigi Sanzovo di Giavera.Contemporaneamente, l’Amministrazione comunale di Giavera ha attuato un importantissimo intervento di risanamento e di recupero funzionale tanto della villa, quanto della barchessa e della casa del custode, rendendo questi spazi fruibili per attività culturali, sociali e ricreative. Pietro Zanatta